«Uno dei due occhi di Firenze al tempo di Dante» (l’altro, naturalmente, era Dante), così disse di Guido Cavalcanti Benvenuto da Imola nell’età ormai di Petrarca e di Boccaccio: testimonianza di una fortuna ininterrotta, fondata su un’«altezza d’ingegno» che Dante fu il primo a riconoscergli. Assieme alla Vita Nuova, le sue rime costituiscono l’apice della cultura poetica e non solo poetica fiorentina di fine Duecento, e il pegno di un primato che è anche rinnovamento totale, appena ai primi passi, di una civiltà. Sotto la specie di una stretta osservanza naturalistica, ossia dei dettami della «filosofia naturale» (ma altrettanto imponente è il magistero rettorico), è l’esperienza irripetibile del fenomeno amoroso che si dispiega per la prima volta in tutta la sua verità, anche in dialogo (e in controcanto) con altri poeti, in ispecie con Dante: che vorrà dire la riflessione, in una mirabile canzone, sull’essenza d’amore, o la sua proiezione sul magico schermo delle occasioni quotidiane.
È un Cavalcanti più vivo che esce da questa interpretazione, ugualmente attenta alle ricche implicazioni culturali (dalla Scrittura a Virgilio a particolari settori della letteratura d’oltralpe) e alla misura degli accadimenti; un’immagine per nulla astratta, nei suoi impennamenti e nei suoi abbandoni, aperta a una pluralità di prospettive: dagli episodi della propria inguaribile suscettibilità e labilità erotica all’inflessibile ironia, esercitata anche su se stesso, e che gli varrà il sospetto (tutt’altro che immotivato) d’eresia.
La raccolta include tutte le rime dei corrispondenti o comunque a lui indirizzate, e quelle di una figura minore della sua casa, il fratello Iacopo.
DATI BIBLIOGRAFICI
Autore: Guido Cavalcanti, a cura di Domenico De Robertis
Editore: Ledizioni
Collana: Letteraria Reprint
Formato: Brossura
Pubblicato in: Giugno 2012
ISBN cartaceo: 9788895994529
Prezzo cartaceo: 22,00 €
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