Flavia Steno, il cui vero nome era Amelia Osta Cottini, nacque a Lugano nel 1877, ma fu genovese d’adozione, città in cui morì nel 1946. Fu una giornalista e scrittrice. Lavorò per “Il Secolo XIX” e fu una convinta femminista, pur rimanendo su posizioni liberali. Il 27 luglio 1944, in seguito alla pubblicazione di un suo giudizio sui libri di testo per bambini, apparso nel 1943 sul “Il Secolo XIX”, in cui osteggiava il fascismo («in blocco non è eccessivo giudicarli un obbrobrio»), venne condannata a quindici anni di reclusione. Lasciò Genova e si recò in Monferrato, dove trovò ricovero in un cascinale, in cui dimoravano i partigiani. Grazie all’ottenimento di una carta d’identità falsa, sotto il falso nome di Rina Fantoni, attese la caduta del regime.
Flavia Steno
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