È la seconda monografia di Carlo Smuraglia, pubblicata nel 1963 da Giuffrè e forse la sua opera meno conosciuta. Nondimeno, essa rimane a tutt’oggi uno dei pochissimi studi dedicati al tema e, nonostante le numerose grandi riforme che hanno cambiato il volto del diritto del lavoro nel corso degli anni che ci separano dalla sua pubblicazione, mantiene elementi di attualità dai quali ancora oggi non è possibile prescindere. La tesi di fondo è che non si possa accertare l’esistenza di un accordo sulla base della presunzione dell’accettazione di un determinato trattamento. Dalla ricezione di un salario o da una modifica del rapporto, scrive Carlo Smuraglia, l’unica certezza giuridica che se ne può dedurre è quella della ricezione o dell’applicazione delle nuove condizioni di lavoro. È forse sul piano delle richieste di flessibilità della prestazione lavorativa e della variegata galassia di forme di disponibilità che sono richieste al lavoratore che il tema dell’interpretazione del comportamento concludente del lavoratore sembra assumere oggi ancora più rilevanza. Ma i principi e i criteri ermeneutici che Carlo Smuraglia aveva elaborato nel lontano 1963 dovrebbero oggi essere rivalutati anche alla luce del superamento della stabilità del rapporto di lavoro avvenuta con le riforme della disciplina dei licenziamenti del 2012 e del 2015.
DATI BIBLIOGRAFICI
Autore: Carlo Smuraglia
A cura di: Olivia Bonardi
Editore: Milano University Press
Pubblicato nel: novembre 2024
Formato: brossura, 120 p.
ISBN cartaceo: 9791255101802
Prezzo cartaceo: 18,00 €
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