Nell’era dell’arte segnata dai sensitivity readers, la cultura della cancellazione, la strumentalizzazione dei collettivi, l’intrattenimento fine a se stesso e i mandati di inclusività, Ariana Harwicz denuncia i limiti e le distorsioni del politicamente corretto, di una scrittura indottrinata, governata da criteri extraartistici e messa al servizio della domanda. Erede del concetto sartriano di impostura, sostenitrice di un’etica del linguaggio fondata sulla belligeranza, difende la disobbedienza, il paradosso, la violenza come campi di tensione vitali per l’arte.
Opera intergenerica, che ricorda il testo programmatico delle avanguardie storiche, riunisce elementi del manifesto, il decalogo e l’epistolario per smantellare le logiche commerciali del campo letterario con i suoi spazi espressivi preferiti: festival, cene sociali, eventi in stadi, premi. Nei silenzi tra le lettere scambiate con lo scrittore e traduttore cileno Adan Kovacsics si racconta anche un’altra storia: quella del romanzo Perder el juicio.
Concepito come un elogio della controscrittura, questo libro è il dispiegamento di una straordinaria forma di intelligenza: il pensiero divergente.
DATI BIBLIOGRAFICI
Autrice: Ariana Harwicz
A cura di: Marisa Martínez Pérsico
Traduzione di: Laura Scabbio
Editore: Ledizioni
Collana: The Tapestry
Pubblicato nel: novembre 2024
Formato: brossura, 169 p. – ePub
ISBN cartaceo: 9791256002696
ISBN ePub: 9791256002702
Prezzo cartaceo: 16,00 €
Prezzo ePub: 6,99 €