diretta da Carlo Pagetti
Le narrazioni utopiche, che si sviluppano servendosi degli espedienti del viaggio immaginario nello spazio e nel tempo, delle rievocazioni dell’Eden biblico e delle fantasie oniriche, tracciano un percorso letterario che va dall’antichità classica alla Rinascenza e alla satira settecentesca, dalle nuove prospettive sociali aperte dalla Rivoluzione Industriale in Inghilterra, in Francia, negli Stati Uniti, fino all’affermazione di una visione, basata sul recupero della natura e sulla condanna del capitalismo, che è il fondamento di Notizie da nessun luogo di William Morris. In un certo senso, il periodo vittoriano, ricco di prospettive contrastanti in ambito filosofico e scientifico, economico e letterario, è la fucina dell’immaginario utopico e del suo ‘doppio’, il romanzo distopico, in cui si convogliano denunce e polemiche dirette a smascherare le ‘magnifiche sorti e progressive’ del mondo moderno. Da questo ricco terreno emergono le forme narrative molteplici attraverso cui nella nostra contemporaneità si realizzano l’ “ambigua utopia”, le favole ecologiste e apocalittiche, la fantascienza intesa come speculative fiction.
La collana “Messaggi da nessun luogo” di Ledizioni, che non a caso ha presentato recentemente una nuova versione di Notizie da nessun luogo di William Morris, intende offrire al lettore italiano testi utopici e distopici poco frequentati, appartenenti alla tradizione ottocentesca e alla prima metà del Novecento, in modo da suggerire elementi di dibattito e di riflessione in un momento storico e politico in cui istanze utopiche e incubi distopici emergono dalla nostra coscienza, per farsi concrete rappresentazioni della condizione umana.