Studiare la seconda metà del Novecento su scala locale offre l’occasione per osservare come dinamiche epocali siano state interpretate e riadattate in forme e modi originali.
L’oggetto della ricerca è una città cresciuta all’ombra della Torino industriale, Collegno, che nonostante i legami con la metropoli ha saputo disegnare, tra la Liberazione e gli anni Novanta, una fisionomia propria e mostrare un’autonoma capacità propositiva nell’amministrazione del territorio e nella gestione delle relazioni sociali.
Assorbendo i flussi di popolazione provenienti prima dal Nord-Est e poi dal Sud, è passata da 13.000 abitanti a 47.000 senza che la crescita urbana fosse stravolta dalle emergenze. Le aziende si sono moltiplicate da 514 a 2.377 – dando lavoro a un numero di addetti che da poco più di 4.500 ha superato le 14.000 unità -, ma il vivere collettivo è stato costantemente segnato dall’impegno per armonizzare gli interessi delle imprese e dei lavoratori. La responsabilità del governo è sempre stata affidata a giunte “rosse” – tanto che la città è stata definita una delle “Stalingrado d’Italia” – le quali, nel lungo dopoguerra, hanno saputo costruire un piccolo “modello” fondato sul coinvolgimento degli abitanti nei processi decisionali e su un’efficiente rete di servizi sociali.
Scopo del volume è ricostruire alcuni degli aspetti fondamentali di questo processo per molti versi esemplare, evidenziandone le luci ma anche le ombre.
DATI BIBLIOGRAFICI
Autori: Daniela Adorni, Marco Sguayzer
Editore: Ledizioni
Collana: Storia
Formato: Brossura
Pubblicato in: Marzo 2013
ISBN: 9788867059010 (cartaceo)
Prezzo cartaceo: 28,00 €
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