Southeast Asia: Subjects and Places
Questo numero monografico di Antropologia, il primo della Nuova Serie, nasce in seno all’Associazione Italiana per gli Studi del Sudest Asiatico (ITASEAS) come manifesto di una rete di ricerca nazionale ed europea multidisciplinare oltre che come frutto di interrogativi specifici. La domanda sottesa alla maggior parte degli articoli riguarda l’intima relazione esistente fra soggetti e località nel caso del Sudest Asiatico contemporaneo. Più precisamente, gli autori si chiedono come persone e gruppi sono influenzati dagli spazi che abitano (città, campagne, foreste, zone turistiche, spazi domestici di riabilitazione o di controllo), come reagiscono alle trasformazioni ambientali e come, al contempo, contribuiscono a determinarle.
Le ricerche presentate riguardano innanzitutto soggetti urbani. Giacarta (Giacomo Tabacco), Surabaya (Matteo Alcano), Bangkok (Giuseppe Bolotta), Siem Reap (Adele Esposito), Penang (Silvia Vignato) costituiscono la trama di soggettivazione delle persone esaminate dagli autori, siano essi giovani operai migrati dai villaggi giavanesi, membri di bande al confine con il crimine, adolescenti delle baraccopoli, pianificatori delle agenzie internazionali in procinto di costruire uno dei parchi archeologici più estesi del mondo (il complesso di Angkor Wat) o responsabili di istituzioni per l’affido dei bambini scaricati ai margini del boom industriale malesiano. Soggetti rurali o forestali, invece, sono i protagonisti dei saggi di Amalia Rossi e Antonia Soriente, gli uni, monaci produttori di pratiche e discorsi specifici sull’ambiente e gli altri, locutori di lingue nate da un’intricata storia di contatti legati al nomadismo lungo i fiumi e le coste del Borneo. Soggetti mobili, infine, fra spazi rurali e urbani sono le donne sottratte alle reti della prostituzione e ricoverate in strutture di accoglienza e riabilitazione descritte da Runa Lazzarino.
Il volume restituisce così alcune dinamiche fondamentali del Sudest Asiatico contemporaneo e fa appello alla necessità di una comparazione transnazionale e transcontinentale per situare i processi di soggettivazione analizzati fuori da ogni contesto esotizzante. Cercando una definizione analitica di nozioni quali “soggetto”, “luogo” e “margine”, i saggi suggeriscono un dialogo possibile fra il Sudest Asiatico e l’Europa – due vaste regioni dove Stati dal passato parzialmente condiviso creano o cercano di creare uno spazio geopolitico comune. Per questa vocazione comparatista, il volume si rivela un utile strumento di analisi al di là dei confini regionali considerati.
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