“La dichiarata e palese estraneità di Margherita Guidacci all’ambiente culturale italiano al tempo dei suoi esordi come traduttrice e poetessa, negli anni ’40 e ’50 cioè del secolo scorso, e la diffidenza e sostanziale incomprensione con le quali il suo linguaggio poetico fu accolto dalla critica del tempo, quasi fosse «astrattamente mediato» come un linguaggio «di traduzione» o comunque «di riporto», sono state ripercorse e schiettamente messe in luce da un breve intervento di Mario Luzi della fine del 1999.
È pur vero che lo scorrere dei decenni ha portato alla ‘antiermetica’, ‘antilirica’ Guidacci (fu Giovanni Giudici a mettere in discussione il suo «pregiudizio antilirico») un affinamento della propria attitudine all’intonazione poetica e alla critica maggior distacco e conseguente miglior capacità di inquadrare il percorso della poetessa nel complesso e variegato evolversi dell’esperienza letteraria novecentesca (ma prime sentinelle ad avvedersi della novità dei versi della Guidacci furono Caproni, Pampaloni e Seroni, attenti recensori de La Sabbia e l’Angelo alla sua uscita nel 1947). La ‘voce’ della Guidacci ha così progressivamente guadagnato spazio nel canone della poesia italiana del secondo Novecento”.
DATI BIBLIOGRAFICI
Autore: Giuseppe Marrani
Editore: Ledizioni
Collana: Letteratura
Formato: Brossura
Pubblicato in: Febbraio 2013
ISBN: 9788867050420 (cartaceo)
Prezzo cartaceo: 14,00 €
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