Ringraziamenti
Introduzione
- Studiare la crescita: un’etnografia del divenire e della pluralità del sé
- Il genere della ricostruzione
- Diventare poveri e marginali
- Lo svolgersi della storia
- Catastrofi come matrici simboliche di trasformazione
- Autonomia e accudimento
- Sessualità trasformativa
- Diventare donne ma non lavoratrici
- Gli errori conoscitivi e i soggetti in relazione
- Nota sull’Islam
- Nota sulla scrittura
Luoghi
- La città
- Gli orfanatrofi e le scuole coraniche
- I kos
- Il villaggio
1. I bambini salvati
- Catastrofi sincrone
- Discorsi di ricostruzione
- Le vittime testarde: la “cultura locale” e la cultura locale
- Bambini come capretti: vittime di valore
- Orfanelli e orfanelle: violenza, santità e genere
Tre bambine
- Esti
- Fitria
- Sabrina
Salvarsi da soli: idee tradizionali e pensieri sofferenti
- Cavarsela da soli
- Concettualizzare il trauma
Catastrofe come matrice trasformativa
2. Mettere giudizio: accudimento e affetti nella ricostruzione
Vite
- Esti (II)
- Fitria (II)
- Eka
- Lisa/Puput
Il Bambino globale e i bambini acehnesi
Il bambino istintivo e la madre diffusa
Bambini e bambine della classe media
Padri
Affidare per accudire: un’articolazione spaziale degli affetti
- Spazi di villaggio e genere
- Allontanamento come accudimento
Polarizzazione di genere e relazione affettive nei collegi
L’infantilizzazione degli adolescenti
Sessualità e amoreggiamento nei collegi
La crescita affettiva nell’accudimento plurimo
3. Ragazze madri: sessualità, gravidanze e matrimoni
Vite
- Lisa/Puput (II)
- Lisa/Aad
- Yana
Fertilità post-catastrofe: il discorso e la pratica
Lo “sguardo del colono”: progresso nazionale e pianificazione familiare
La fertilità come bene comune e dovere verso la comunità
Matrilinearità e matrifocalità: fare casa e parentela presso i malesi
- Le donne stanno, gli uomini vanno
- Matrifocalità e uomini
- La donna col coltello: il potere delle donne sulle donne
Sposarsi “alla contadina”
Matrifocalità e ideologia matrimoniale
Sessualità e matrimonio polimorfo
Vigilantes
Peccato, colpa, inquinamento e purezza: necessità rituali
Genere e violenza
Vite
- Puput (III)
- Aad (II)
- Yana (II)
- Yuni
Aborti impossibili
Gravidanze solitarie
Sessualità e autonomia: una matrice simbolica di trasformazione
L’affrancamento dal “sé vittima”
Il riscatto del matrimonio
4. Lavoratrici povere e precarie
Vite
- Esti (III)
- Eka II
- Mahlil (n. 1994)
L’ambiente lavorativo a Banda Aceh
- Zaman NGO
- Disoccupazione intellettuale
- Impiego e disoccupazione
Mobilità come risorsa
- Case povere e famiglie litigiose
- Fortuna ed esperienza
- Noia, entusiasmo e azione
Ricerca di lavoro, genere e mobilità
- Uomini che cercano lavoro
- Donne che “aspettano”
La cornice temporale della mobilità
Vita precaria nelle camere d’affitto urbane
Spazi domestici aleatori, legge morale e genere nella creazione del lavoratore precario
- Syariat Islam come barriera di difesa e veicolo di esautorazione
- Il dubbio morale
L’esperienza del “mondo notturno”
- Esperienza, morale e classe
Ridefinizione di genere e creazione di nuove reti di solidarietà
Il lavoro precario come matrice simbolica di trasformazione
5. Personaggi e personalità creatrici
Affetto ed etica della ricerca
- Una Miss in collegio
- Dare: regalare, aiutare
- La Miss diventa Nonna: la ricercatrice attiva
Immaginazione scientifica: dare vita a un personaggio
- Storie di vita
- Errore immaginario
Da centro simbolico a margine incarnato
- Marginalità e povertà
- Rifiutare la cura: borderline, povere oppresse o strateghe intelligenti
- Un assetto emotivo culturalmente definito
- Restare soggetti in un mondo frammentario
- La vitalità di un soggetto: ambiti di coerenza culturale e sé mobile
- Ciò che si desidera
Nota conclusiva
Note
Bibliografia
Immagini
Recensioni
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