I monumenti funerari dipinti ad oggi conservati o fin qui portati in luce dagli scavi e dalle ricerche, formano un complesso di testimonianze eccezionali per qualità e quantità e costituiscono la base di partenza dell’indagine mirata ad indagare le scelte e le motivazioni alla radice della loro formazione e del loro sviluppo.
In questo panorama le qualità che caratterizzano Tarquinia non sembrano contraddistinguere allo stesso modo le altre metropoli etrusche, denotando con marcata evidenza l’esistenza di credenze specifiche alla base della progettazione degli ambienti funerari. La pittura parietale, infatti, raggiunse la massima espressione in questo distretto, e per tali ragioni la ricerca si concentra sulle caratteristiche locali di questo noto fenomeno. Vengono sviluppate categorie specifiche che tengono conto di ciascuna peculiarità, gemmando in maniera diretta dai dati raccolti sistematicamente in circa cinquecento monumenti. Lo studio procede esaminando parallelamente gli aspetti architettonici e quelli connessi alla pittura, valutando le due categorie nella propria autoconsistenza. La ricorrenza associativa dei singoli attributi pertinenti alle due serie testimoniali porta alla formazione di tipologie specifiche per Tarquinia, attraverso cui è possibile procedere nella classificazione di ciascun ipogeo. Soltanto a seguito del confronto fra le due sequenze si perviene a una visione unitaria del processo che ha portato alla creazione dello spazio funerario.
L’analisi del ricorrere di associazioni fra costanti nella conformazione architettonica degli ipogei e nella loro decorazione pittorica, valutate in rapporto alla soglia cronologica in cui compaiono, consente di cogliere per la prima volta in maniera integrale l’evoluzione dei sistemi compositivi delle tombe dipinte di Tarquinia. I risultati permettono quindi di circoscrivere la datazione di ciascun ipogeo, compresi i monumenti privi di figurazioni ma comunque dipinti, offrendo dati utili ad una determinazione più precisa dei margini cronologici delle tombe dipinte già note. Grazie a questo inquadramento è possibile osservare più nel dettaglio la distribuzione quantitativa degli ipogei nell’evoluzione cronologica, inducendo a rivedere le ragioni, gli scopi, la valenza sociale e il ruolo dei monumenti all’interno della collettività.
Tali istanze portano inevitabilmente ad interrogarsi sulle ragioni da cui ebbero origine il concetto di ipogeo dipinto, la sua forma e le sue caratteristiche, fattori che vengono individuati fra elementi di tradizione locale e contatti mediterranei. Segue il tentativo di tematizzare contenuti ed effetti del messaggio visivo di volta in volta trasmesso mediante gli elementi che costituiscono le tombe tarquiniesi. Se da un lato gli aspetti architettonici sembrano suggerire una precisa volontà di organizzarle secondo specifici e duraturi principi riconoscibili sin dagli albori, dall’altro la verifica strutturale dei possibili sistemi architettonici realizzati tramite pittura risulta di fondamentale importanza nel chiarire il margine di corrispondenza con quanto è attuabile nella realtà. Le conclusioni che ne derivano precisano il ruolo della decorazione lineare nella comunicazione visiva e risultano cruciali nell’indicare quali messaggi potevano essere espressi mediante il modo di percepire lo spazio e i dipinti in esso contenuti. Da ciò deriva che l’ambiente della tomba era innanzitutto concepito come uno spazio immaginato, all’interno del quale pittura e architettura forniscono le chiavi di lettura per comprenderne di volta in volta accezioni e significati.
DATI BIBLIOGRAFICI
Autore: Matilde Marzullo
Editore: Ledizioni
Collana: Supplementi di Tarchnan.7
Pubblicato in: maggio 2017
ISBN: 9788867055036
Formato: Cartaceo, brossura con alette ed eBook in PDF
Pagine: 255
Prezzo: 55€ – 40€
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